Oggi 17 agosto 2014 è morto Mike Matarazzo.
Io mi ricordo molto bene di lui, era uno dei protagonisti delle prime riviste di body building che compravo negli anni ’90.
Era famoso per le sue spalle larghe e per i suoi incredibili polpacci.
Per tutti gli appassionati di body building era un’icona, uno di quei personaggi che non si dimenticano.
La sua vita è stata dedicata al body building che oltre a dargli tante gioie gli ha sicuramente segnato la vita causandogli problemi di salute, in particolare problemi cardiaci.
Ora mi sento di postare le sue parole, devono far riflettere molti atleti e scoraggiarli dal fare un certo tipo di scelte.
La vita è troppo breve per non essere vissuta con rispetto verso noi stessi, prima o poi dobbiamo morire tutti ma il nostro obbiettivo dovrebbe essere quello di vivere il più a lungo possibile in salute.
Io non amo la parola body building che rappresenta la costruzione del corpo con una terminologia fredda e priva di coscienza, preferisco il termine culturismo o cultura fisica, parole che piuttosto esprimono concetti addirittura filosofici di ricerca del benessere psico-fisico dove l’allenamento è un costante miglioramento di noi stessi, inteso come metodo e disciplina, non come assunzione indiscriminata di farmaci che possono avere effetti collaterali disastrosi sulla nostra salute, facendoci addirittura abbandonare questo sport che tanto amiamo.
Io penso che il culturismo dovrebbe essere un’attività che ci consente di vivere a lungo, di rimanere giovani il più possibile, una sorta di elisir di lunga vita.
E questo mio credo è quello che predicherò sempre a tutte le persone che mi vorranno come trainer.
La vita è un bene prezioso, va rispettata anche semplicemente perchè non possiamo essere solo egoisti, bisogna ricordare che quando moriamo il dolore appartiene a chi resta e cioè ai nostri familiari.
Ecco le parole di Mike Matarazzo:
“Oh, God, where do I begin? I’d have to say that everything that led to my heart problem began the minute I started getting serious about competitive bodybuilding. In order to get bigger, I’d eat five, six, seven pounds of red meat a day, no vegetables. And I’d stay away from fruits because of their sugar.
Worst were the chemicals. I have so many memories of being alone in a hotel room the week, five days or two days before a contest, and doing unspeakable things to my body – steroids, growth hormones, diuretics – anything and everything that we as bodybuilders do to achieve a certain look.
It has affected my whole life, so to all those guys who are on an eternal quest to have 21″ arms and 20″ calves, and who are so vain about their never-say-die attitude, I say, “Change your attitude.” Worry about keeping that body of yours as healthy as possible, because it’s going to have to last you not just through your next contest or to the end of your bodybuilding contract, but for a long time. And a long time for a human being is nothing. It goes by real quick, even quicker when your health is gone and you have nothing to stand live for”
TRADUZIONE
“Oh, Dio, da dove inizio? Dovrei dire che tutto ciò che mi ha portato ai miei problemi di cuore è iniziato nell’attimo in cui ho iniziato seriamente a competere nel bodybuilding. Al fine di diventare sempre più grosso, ho mangiato cinque, sei, sette chili di carne rossa al giorno, senza verdure. E sono stato alla larga anche dalla frutta a causa del suo contenuto in zuccheri.
La cosa peggiore sono state le sostanze chimiche. Ho così tanti ricordi dell’essere rimasto in una stanza d’albergo durante la settimana, cinque giorni o due giorni prima di una gara, facendo cose indicibili al mio corpo – steroidi, ormone della crescita, diuretici – non risparmiando nulla di quello che noi bodybuilders facciamo per ottenere una determinata forma.
Questo ha determinato tutta la mia vita, perciò a tutti quei ragazzi che si trovano nell’eterna ricerca di ottenere braccia e polpacci da 50 cm o più, e a tutti quelli che sono così convinti della loro capacià di non morire mai, io dico: cambiate il vostro punto di vista.
La vostra preoccupazione dovrebbe essere quella di ottenere un corpo quanto più in salute possibile, perchè l’intenzione dovrebbe essere quella non solo di arrivare fino alla vostra prossima gara o fino alla fine di un contratto di bodybuilding, ma di vivere a lungo. E a lungo per l’essere umano è una quantità di tempo pari al nulla. Il tempo se ne va veloce, anche più veloce quando la vostra salute se ne è andata e ormai non avete più niente per cui vivere.”
Spero che questo post serva a scuotere gli animi, allenatevi e allenatevi tanto, nutritevi nel modo giusto, ma abbiate sempre rispetto di voi stessi e del vostro corpo, questo è forse il più grande insegnamento che posso darvi da personal trainer.
Mamma mia sono una persona adulta ma leggendo queste parole del mitico Mike mi viene da piangere…
Hai ragione anch’io mi sono commosso. Il brutto è che queste parole vengono dette solamente quando è troppo tardi. Speriamo che servano da esempio per quelli che ancora sono tra noi.
poco fa pensavo, vediamo che fine ha fatto Mike, se è ancora vivo, non so perchè l’ho pensato, forse me lo sentivo, ed ho letto questa notizia datata ma per me nuova…. anni fa praticavo body building, tanto impegno in palestra, alimentazione un po esagerata e severa, proteine aminoacidi ramificati creatina…insomma “uno stile di vita”come quello di molti appassionati ma natural, per me stesso e mai pensato di fare gare. dico questo perchè a volte leggevo queste riviste specializzate; Flex, M&F e ricordo un’intervista di Matarazzo che raccontava che allenarsi al caldo della California era l’ideale,che si recava in palestra su di uno skateboard in alluminio! e dell’operazione chirurgica “con filo in acciaio” che Mike subì in seguito alla fuoriuscita di un’ernia che voleva nascondere alla fidanzata che non voleva che si allenasse in maniera così MOSTRUOSA!!! ricordo ancora le sue parole “questa volta ho esagerato, questa volta (lei) se ne accorge, infatti la stessa sera a letto mi disse: Mike domani andiamo dal dottore!!!!”…
tristezza era un articolo del 1998/99 ci sentivamo invincibili, anche Mike r.i.p. 🙁