Molte persone non sanno di avere “ossa fragili”, l’osteoporosi infatti è una condizione particolare perchè nella maggior parte del suo decorso è asintomatica (ovvero non dà segnali).
Le conseguenze però possono essere anche gravi ad esempio con fastidiosi mal di schiena e colonna vertebrale che progressivamente si incurva, rischio di frattura di: vertebre, polsi e femore in seguito a traumi anche di piccola entità con riduzione o addirittura perdita della mobilità.
Le conseguenze dell’osteoporosi dunque possono impattare in modo significativo sulla qualità della vita.
L’osteoporosi è caratterizzata dalla progressiva riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microstruttura del tessuto osseo.
Ciò è dovuto alla perdita di calcio e di sali minerali nelle ossa ed è un fenomeno in parte fisiologico (quindi a cui tutti siamo soggetti) in quanto è conseguenza di cambiamenti metabolici e ormonali ai quali va incontro l’organismo con l’avanzare dell’età.
Le donne, soprattutto dopo i 60 anni di età, risultano più soggette a manifestare la malattia rispetto agli uomini.
Ciò si attribuisce alla perdita di funzionalità ovarica ed alla conseguente riduzione di estrogeni che si verifica in seguito alla menopausa.
Non bisogna pensare però che gli uomini ne siano immuni: sopra i 60 anni il 14% degli uomini è affetto da osteoporosi.
Molti sono i fattori di rischio in grado di causare l’osteoporosi. Su alcuni non è possibile intervenire come ad esempio sulla predisposizione genetica o l’assunzione protratta di alcuni farmaci (cortisonici, ormonitiroidei, chemioterapici), o in caso di una prolungata amenorrea.
Ci sono però dei fattori che possono essere controllati e se ben gestiti possono ridurre e ritardare sensibilmente il fenomeno dell’osteoporosi.
In primis l’attività fisica: è bene fare esercizio con una certa regolarità per mantenere una buona condizione del tono muscolare e della salute delle articolazioni, la vita sedentaria è il primo fattore di rischio!
Inoltre è stato scientificamente dimostrato che disordini alimentari con ridotto apporto di calcio, l’elevato consumo di caffè ed alcool ed il fumo possono incidere notevolmente.
In tutte queste situazioni, attraverso meccanismi diversi, si determina un impoverimento di Calcio a livello osseo con il risultato di un aumento della perdita di massa ossea.
E’ importante sapere che la densità ossea tende a diminuire progressivamente a partire già dai 30-35 anni: la demineralizzazione ossea ha quindi inizio molti anni prima della comparsa dei sintomi, della menopausa o della diagnosi clinica.
Questo ci fa capire l’importanza di una prevenzione messa in atto semplicemente intervenendo sui fattori di rischio che sono modificabili.
Consiglio: iniziate a fare esercizio e a rivedere le vostre abitudini alimentari adesso, prima che sia troppo tardi!